Il funzionamento dei raffrescatori si basa sullo sfruttamento della normale reazione tra acqua e aria calda: è quest’ultima che consente all’apparecchio in questione l’emissione di aria condizionata evaporativa, rendendo più confortevole l’ambiente che lo ospita.
Il processo di evaporazione ha luogo nel momento in cui l’aria entra in contatto con l’acqua, portando la temperatura dell’aria stessa ad abbassarsi. È una ventola situata nel raffrescatore a convogliare l’aria calda presente. La temperatura, una volta filtrata dai pad bagnati, è destinata ad abbassarsi. Rispetto a quanto accade nel caso dell’aria condizionata, quella che esce dai raffrescatori non è aria riciclata.
Perché l’azione risulti efficace, gli ambienti oggetto dell’azione del macchinario devono essere lasciati aperti consentendo la fuoriuscita dell’aria calda e viziata. In mancanza di porte e finestre è sufficiente installare delle apposite ventole di estrazione.
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I raffrescatori costituiscono una delle soluzioni migliori in ambito industriale e commerciale, indipendentemente dalla dimensione dei locali. Quando le temperature dei capannoni sono particolarmente elevate, sia per le condizioni climatiche esterne che per il calore generato dalle lavorazioni, sono proprio questi apparecchi a donare un piacevole refrigerio.
Vantaggio indiscutibile riconosciuto ai raffrescatori per capannoni è il basso costo di acquisto, cui vanno ad aggiungersi costi di manutenzione contenuti.
Essendo un sistema a risparmio energetico, il risparmio ottenibile può raggiungere l’80%. Se l’installazione si rivela molto semplice, l’assenza di fluidi refrigeranti, di specifiche attrezzature e di competenze elevate nelle operazioni di verifica e pulizia periodica, non fanno altro che abbattere i costi di manutenzione.
La presenza dei raffrescatori è ancora più importante ora che gli imprenditori si trovano a dover gestire la riapertura successiva al lockdown per Coronavirus.
La Legge impone una serie di misure volte a tutelare il benessere dei lavoratori. E le realtà che non hanno la possibilità di affidarsi allo smart working sono costrette ad adottare adeguati accorgimenti perché l’ambiente di lavoro risulti il più salubre possibile.
Il distanziamento tra i membri del personale, la presenza di scanner per la misurazione della temperatura dei lavoratori, l’impiego di guanti e mascherine sono fondamentali, ma non sufficienti. A poter garantire un ideale microclima negli ambienti di lavoro è proprio il raffrescatore, utilizzabile all’interno di capannoni, fabbriche, magazzini e laboratori artigianali.
Non limitandosi a raffreddare gli ambienti, ma assicurando anche tassi di umidità ottimali, questi apparecchi evitano la possibile formazione e diffusione di diversi agenti patogeni.
Per poter esercitare la propria funzione, i raffrescatori richiedono finestre e porte aperte; un’ulteriore garanzia sul continuo rinnovamento dell’aria.
Seguendo le istruzioni in merito al recupero di calore e ricircolo non è necessaria una regolare pulizia dei condotti.
Un altro aspetto positivo è rappresentato dalla possibilità di mantenere attiva la ventilazione per tutte le 24 ore della giornata, sfruttandola anche nei giorni di chiusura.
Per ridurre i consumi è sufficiente ridurre la ventilazione stessa nelle ore in cui nei capannoni non è presente alcun lavoratore, senza disattivarla del tutto.
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