Climatizzazione naturale: il raffrescamento passivo
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8 Dicembre 2020Il mondo della sicurezza sul lavoro è complesso e variegato: nelle linee guida stabilite dal Ministero della Salute, appare spesso anche la dicitura “benessere termico nei luoghi di lavoro”. Ma di cosa si parla esattamente, e perché è così importante?
Benessere termico del luogo di lavoro: difficile da raggiungere, ma indispensabile
Si definisce “benessere termico” quello stato in cui l’individuo, o nel nostro caso il lavoratore, non percepisce né caldo né freddo. Sembra banale ma, in realtà, è uno stato di perfetto equilibrio non semplice da raggiungere, che prevede delle finissime regolazioni sia in termini di temperatura ambientale che di umidità relativa e movimentazione dell’aria.
Questi tre parametri determinano il microclima negli ambienti di lavoro. Per ottenere un microclima il più possibile confortevole, e soprattutto salubre, il Ministero della Salute ha stilato delle specifiche linee guida:
- Estate: temperatura tra i 24 e i 26°C; umidità tra il 50 e il 60%, aria in movimento con una velocità compresa tra 0,1 e 0,2 metri al secondo
- Inverno: temperatura tra i 19 e i 22°C; umidità tra il 40 e il 50%, aria in movimento con una velocità compresa tra gli 0,01 e 0,1 metri al secondo
Cosa può succede se il microclima dell’ambiente di lavoro non è adeguato?
Lo sappiamo tutti: un caldo e un’umidità eccessivi causano un grave affaticamento, oltre ad una pesante sensazione di disagio. Se la condizione climatica sfavorevole persiste nel tempo, l’aumento della sudorazione e la conseguente perdita di acqua, possono essere un problema: i risultati sono spossatezza, disidratazione, perfino colpi di calore.
Al contrario, un ambiente troppo freddo, secco e ventilato può provocare dolori muscolari, raffreddori, e malesseri ben più pesanti come le bronchiti, ad esempio. Oltre al freddo di per sé, la velocità di movimento dell’aria e gli sbalzi termici tra i vari ambienti possono risultare estremamente dannosi per i dipendenti.
È evidente: garantire il benessere termico dei propri lavoratori è una vera e propria necessità, con effetti che si riflettono anche sulla produttività aziendale. Ma come ottenere il microclima perfetto garantendo salubrità, con ricambi d’aria consistenti come richiesto da questo delicato periodo di pandemia?
Il raffrescatore evaporativo: una soluzione ideale per creare un microclima perfetto
I raffrescatori evaporativi sono macchinari sofisticati ed efficienti, che si basano su un fatto noto da sempre, ossia che l’evaporazione sottrae calore. Il funzionamento di questi macchinari è relativamente semplice: l’aria calda, passando attraverso lo scambiatore di calore, viene umidificata e, dunque, raffreddata.
L’aria fresca e umidificata viene infine veicolata nell’ambiente di lavoro. Il processo di raffreddamento e umidificazione è continuo e prevede un’immissione ininterrotta di aria dall’esterno sul luogo di lavoro.
I vantaggi del raffrescatore evaporativo? Sono davvero moltissimi: in condizioni ideali, l’aria in uscita – in estate – ha parametri pressoché identici a quelli suggeriti dal Ministero; il movimento d’aria non è mai tale da poter provocare fastidi e, soprattutto, questo sistema ha un consumo energetico bassissimo, praticamente nullo se paragonato agli impianti di climatizzazione tradizionali. Si tratta, insomma, di una soluzione estremamente efficiente, sotto molti punti di vista, per la gestione della climatizzazione negli ambienti di lavoro.
Se desideri saperne di più sui raffrescatori evaporativi, ti invitiamo a consultare le pagine dedicate; se hai dubbi o domande contattaci, saremo felici di aiutarti!